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Incredibile ma vero, anche la trentasettesima edizione del Premio Internazionale Sport Civiltà ha appena chiuso il sipario: è stata un’edizione particolarmente emozionante, più delle precedenti, perché, da settembre al 18 novembre scorso, è stato tutto un continuo di saliscendi di sensazioni, talvolta positive, talvolta, ahinoi, negative. Quelle positive, sono state sotto gli occhi di tutti i presenti al Teatro Regio di Parma: una manifestazione importante, quasi «regale», data anche la splendida cornice che ospitava come tutti gli anni, una premiazione che è salita di intensità, toni e spettacolo, dove a farla da padrona non sono più «solamente» le consegne dei premi, ma tutto quel filo inestricabile di emozioni che lasciano senza fiato, con video magistrali ed intensi, con interviste ad hoc, momenti di danza che regalano stupore non solo ai più piccoli e momenti canori che lasciano brividi e la consapevolezza di essere spettatori di uno scenario unico. E poi, le sensazioni negative, il vuoto, la solitudine, la mancanza che si crea quando qualcuno ci lascia improvvisamente, quel qualcuno che poi avrebbe dato l’anima, come ha sempre fatto, per quel premio per cui stravedeva: Bruno Walter Fassani pensava sempre a chi poter premiare e a cosa poter inventare sul palco, sempre, ogni giorno dell’anno, che fosse appena finita un’edizione di Sport Civiltà o che fosse estate. Walter ci ha lasciato a poco più di un mese dalla manifestazione e tutti noi abbiamo fatto il massimo, veramente il massimo, per poter rendergli merito e per far sì che il lavoro, enorme, fatto in tutti questi anni non fosse andato sprecato.
Un lungo applauso, durante il discorso iniziale fatto da Corrado Cavazzini, Presidente della sezione di Parma dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport, ha aiutato a capire che il grande impegno messo dalla «macchina organizzativa» era andato a buon fine: Walter era stato ricordato nel modo migliore e una sua fotografia, proiettata nel maxischermo del Teatro Regio, ci aveva dato ancora più forza per andare avanti verso una trentasettesima edizione, carica di emozioni. L’evento, in realtà, era iniziato con un delicato momento di danza, con Viola Russo e Federica Natangelo, che sembravano quasi volare sul palco del Regio, volteggiando come piccole farfalle appese ad un filo, ma, appena terminato questo suggestivo momento, sono entrati in scena il conduttore e giornalista Massimo De Luca e il Presidente dell’Unvs Corrado Cavazzini per i saluti iniziali: oltre al ricordo di Walter Fassani, sono stati toccati diversi argomenti, tra i quali i doverosi ringraziamenti a chi patrocina il premio (il Comune di Parma con il Sindaco Federico Pizzarotti, la Provincia di Parma con il Presidente Vincenzo Bernazzoli e la Camera di Commercio di Parma con il Presidente Andrea Zanlari), a chi aiuta economicamente alla buona riuscita della manifestazione, a chi organizza «materialmente» l’evento e a tutti i prestigiosi premiati. Al termine dei saluti di De Luca e Cavazzini e della presentazione della conduttrice e giornalista di Tv Parma Francesca Strozzi, le luci si sono spente …e lo spettacolo ha avuto inizio. Questa volta, con un tocco di magia, suggerito dall’estro del regista Marco Caronna, che, da tre anni, coordina magistralmente la manifestazione. Parte il primo video: un attore legge a voce alta un articolo de La Gazzetta dello Sport, firmato da Andrea Monti, da alcuni anni direttore della rosea, e premio Stampa, quest’anno, a Sport Civiltà e, in un modo soft e coinvolgente, introduce un’ intervista, prima, e una premiazione, dopo, veramente brillante (a consegnare il riconoscimento, curato, da quest’anno, dall’artista e scultore Alfonso Borghi, è stato l’amministratore delegato del gruppo Gazzetta di Parma, Matteo Montan). Dal Premio Stampa a quello per lo Sport e Lavoro: un binomio importante e vincente, due parole che si legano e creano un connubio veramente interessante come nel caso di Nerio Alessandri, fondatore e presidente di Technogym, che, partendo da un piccolo garage, con tanta forza di volontà, è riuscito a creare una sorte di «impero» nel settore fitness e wellness a livello internazionale, premiato, sul palco del Regio, dal Presidente della giuria del premio Vittorio Adorni. Spente le luci sullo sport, si accendono, ancora una volta, magicamente i riflettori, prima sull’entrata in scena dei due pianisti, i maestri Alessandro Nidi e Valter Sivilotti, e poi su di Lei, su Antonella Ruggiero, apprezzata voce che ha calcato i maggiori palcoscenici italiani ed internazionali, che ha vinto il Festival di Sanremo con i Matia Bazar e che ci ha onorato della sua presenza, facendoci incantare ogni volta che apriva la bocca, deliziandoci con un’ugola d’oro. Mentre Antonella Ruggiero cantava «Le biciclette di Belsize», sul maxischermo passavano immagini che, quest’anno, hanno fatto sognare gli appassionati di ciclismo e non solo: erano le immagini dell’ultimo Giro d’Italia, della vittoria di Vincenzo Nibali che, alla fine della canzone, è entrato in scena per essere intervistato da Massimo De Luca e per ritirare il meritato Premio Atleta dell’Anno, consegnato dal Presidente Corrado Cavazzini, accompagnato dal Presidente della Cedacri Sergio Capatti. Da un Atleta dell’Anno ad una Atleta dell’Anno, da un ciclista ad una nuotatrice, da un ragazzo messinese ad una ragazza bolognese: da Vincenzo Nibali a Martina Grimaldi. Timida, visibilmente emozionata, Martina Grimaldi, medaglia d’oro ai Mondiali di nuoto di Barcellona, nel fondo 25 km, per un soffio, ha raccontato a Francesca Strozzi e ai presenti al Regio il sacrificio che comporta una disciplina così dura, prima di essere premiata dalla massima autorità sportiva italiana, ovvero il Presidente Nazionale del Coni, Giovanni Malagò, già premiato a Sport Civiltà nel 2009 e grande amico dei Veterani dello Sport di Parma. Si spengono nuovamente le luci e parte un nuovo video, carico di emozioni, a sentire dai commenti, senza nulla togliere agli altri, il più apprezzato perché nessuno, prima di quel momento, era mai stato «dentro» ad un aereo delle Frecce Tricolori: adrenalina pura, non si può aggiungere altro, se non che il Premio Ambasciatori dello Sport, quest’anno, è andato ad un reparto che, con caparbietà, tenacia, lavoro e precisione, riesce a dare spettacolo, ad incantare e a far sognare intere generazioni, portando il Tricolore nel cielo. Sul palco del Teatro Regio, il Maggiore Jan Slangen, il Maggiore Andrea Soro e il Tenente Liberata D’Aniello hanno ricordato il continuo lavoro che opera il 313° gruppo Addestramento Acrobatico e sottolineato l’affetto che la gente di Parma aveva dimostrato, anche lo scorso maggio, in occasione di una splendida esibizione all’aeroporto della nostra città: a consegnare il riconoscimento, il Prefetto di Parma, Luigi Viana, e il Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. Da un’emozione ad un ‘altra, dalle Frecce Tricolori al ritorno in scena di Antonella Ruggiero, che, accompagnata dai due pianisti Nidi e Sivilotti, inizia a cantare una toccante versione tango di «Vacanze Romane», apprezzata da un pubblico che ha, giustamente, riconosciuto il merito all’artista con un caloroso applauso. La versione tango di «Vacanze Romane» porta all’Argentina e ad un campione in particolare, ad un campione, sul campo e nella vita, porta a Javier Zanetti, insomma: grazie all’unione con una serie di immagini della Fondazione Pupi, il pubblico ha subito percepito la straordinarietà di un uomo che ha tutto dalla vita e che, per questo, non ha mai smesso di aiutare i più bisognosi, come i bambini e le famiglie più povere di Buenos Aires. In una bella intervista con Massimo De Luca, il capitano dell’Inter ha ripercorso la sua carriera sportiva e l’aiuto concreto che la Fondazione Pupi dà da più di dieci anni, poi, al momento della consegna del riconoscimento Sport e Solidarietà, per cui sono saliti sul palco Corrado Cavazzini e il Presidente di Banca Lazard Carlo Salvatori, sono entrati in scena, prima, la moglie di Zanetti, la Signora Paula, che ha contribuito alla creazione della Fondazione, e poi i Vescovo di Parma, Monsignor Enrico Solmi, noto tifoso interista, che si è soffermato, scherzando, sull’importanza della doppia fede, quella del Signore e…quella nerazzurra. Dal calcio al golf, da Javier Zanetti a Costantino Rocca: anche in questo caso, un video importante, con colpi di classe pura, ha introdotto uno dei migliori golfisti italiani di sempre che, intervistato da Massimo De Luca (appassionato golfista…), ha ripercorso le tappe di una carriera magistrale, prima di ritirare la Benemerenza Sportiva dalle mani del nostro Presidente Nazionale dei Veterani dello Sport, Gian Paolo Bertoni. Un intervallo di danza, con in scena Federica Gargano (coreografa e ballerina), Viola Russo e Federica Natangelo ha poi condotto la manifestazione verso il gran finale, con Piero Gros e Gustav Thöni, prima, e il centenario del Parma Calcio, dopo. Accompagnati da immagini in bianco e nero, che hanno riportato alla mente i fasti della Valanga Azzurra, Piero Gros e Gustav Thöni hanno deliziato con i loro aneddoti divertenti sul mondo della neve, un mondo apprezzato e conosciuto anche da chi ha consegnato loro il premio Una Vita per lo Sport, ovvero la vicepresidente della giuria Evelina Christillin e il direttore generale di Banca Monte Parma, Bruno Bossina. Infine, il premio speciale al Parma Calcio per i cento anni dalla fondazione: un secolo di emozioni in bianco e nero, ma in questo caso crociato, di successi e di sconfitte, di cadute e di rialzate, di vittorie storiche, di ricordi indelebili…di emozioni. Sul palco, si sono succeduti Lorenzo Minotti e Alessandro Melli, due cardini del Parma degli Anni Novanta allenato da Nevio Scala, per poi passare al Parma attuale, con il mister Roberto Donadoni, il capitano Alessandro Lucarelli e l’attaccante Amauri che, accompagnato dal figlio Hugo, ha ricevuto numerosi applausi, dopo essersi prestato ad un video, alla Charlie Chaplin, veramente delizioso e divertente: a ritirare il premio speciale, invece, è stato l’Amministratore Delegato Pietro Leonardi, che ha portato i saluti anche del Presidente Tommaso Ghirardi, impegnato in Lega Calcio. A chiudere l’evento, è stata la brillante Antonella Ruggiero che, intonando la celebre «Ti sento», ha fatto sognare, ancora una volta, il pubblico del Regio. In realtà, e qui si torna con i piedi per terra, l’evento doveva contenere un’altra premiazione, ovvero la consegna del premio «Ercole Negri» al circolo Aquila Longhi ma, come ricordato dal Presidente Corrado Cavazzini nei saluti iniziali, il riconoscimento verrà consegnato direttamente al Presidente del circolo e uno dei Vicepresidente della nostra sezione, Corradone Marvasi, appena si sarà ristabilito. Anche quest’anno, comunque, emozioni a non finire: i meriti sono di tanti, la genialità di Marco Caronna, la bravura dei conduttori, la presenza di video emozionanti e di artisti che si prestano ad assecondare le nostre idee nonostante siano di caratura internazionale, una cornice, quella del Teatro Regio, che riesce ad emozionare di per sé, un lavoro di una commissione ristretta straordinaria (Corrado Cavazzini, Vittorio Adorni, Renato Amoretti, Paolo Gandolfi, Silvio Bocchi, Lucia Bandini, Stefano Risoli) che ha saputo andare avanti nonostante le difficoltà, una giuria (composta da prestigiose figure del giornalismo e dell’imprenditoria noti a livello nazionale come Walter Antonini, Gianni Barbieri, Gian Franco Bellè, Gianfranco Beltrami, Gianpaolo Bertoni, Giovanni Borri, Sergio Capatti, Lino Cardarelli, Corrado Cavazzini, Alberto Chiesi, Giorgio Cimurri, Beppe Conti, Luca Cordero di Montezemolo, Italo Cucci, Giampaolo Dallara, Roberto Delsignore, Giancarlo Dondi, Tommaso Ghirardi, Roberto Ghiretti, Gianni Gola,Carlo Magri, Giovanni Marani, Alberto Michelotti, Gianni Merlo, Giuliano Molossi, Matteo Montan, Giorgio Orlandini, Marco Rosi, Carlo Salvatori, Alberto Scotti, Tito Stagno, Leo Turrini, Flavio Venturini, con la supervisione del Presidente Vittorio Adorni e dei Vicepresidenti Evelina Christillin e Massimo De Luca) che è sempre stata presente, un Consiglio Direttivo che è sempre stato pronto quando chiamato in causa, la presenza dei sostenitori… Insomma, per Sport Civiltà si muove un esercito di persone, un esercito buono che ha nel cuore questo premio che racchiude valori che altri non hanno. E, ora, giù il sipario. Questa volta, veramente.
Lucia Bandini
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