VIDEO GALLERY
Ogni anno è sempre la stessa sensazione che assale: scrivere per ripercorrere un momento magico non è semplice, ma è piacevole perché tutto ti torna in mente, tutto torna vivo, tutto ruota nuovamente intorno a Sport Civiltà. Ormai, lo avete capito un po’ tutti, Voi lettori del nostro notiziario e Voi, numerosi, che ogni volta ci regalate la Vostra presenza al Teatro Regio di Parma e che venite da ogni zona d’Italia per assistere al nostro premio, per essere testimoni del nostro sogno che si realizza. Già, perché, questo è Sport Civiltà: un sogno. Un sogno che si realizza dopo tanti sforzi, dopo tante riunioni, dopo discussioni e risate, dopo mesi di impegni e scadenze: un sogno che dura poco più di due ore e poi vola via, lasciando un ricordo sempre speciale nel cuore di ognuno di noi. E, dicevo, non è facile ripercorrere cosa sia successo lo scorso 16 novembre in quel magnifico scenario che è il Regio di Parma, forse perché ancora non ho realizzato bene cosa sia accaduto, forse perché come ogni anno vedo poco e niente della manifestazione (il bello dell’organizzazione è anche quello di permettere la perfetta realizzazione…coordinando la tempistica della scaletta!), forse perché ancora non ho rivisto il filmato dell’evento ma poco importa: ciò che racconto, qui, in queste righe, saranno le parole degli altri, saranno le immagini che ho visto attraverso gli occhi emozionati delle persone che ho incontrato.
Sport Civiltà è un evento che guarda ai sentimenti da sempre e non poteva non tenere conto di quello che era accaduto a Parigi pochi giorni prima: gli attentati, la paura, la morte, lo sgomento. Certo, non per questo non si poteva non fare nulla ma ricordare, con rispetto, ciò che era successo. Una fisarmonica, una suonata e due danzatori calati dall’alto: in questo modo, semplice e diretto, è iniziata la trentanovesima edizione di Sport Civiltà, dopo il saluto del conduttore Massimo De Luca, che, appunto, aveva ricordato la strage francese. La chiacchierata tra lo stesso De Luca e il presidente della sezione di Parma dei Veterani dello Sport, Corrado Cavazzini e la successiva presentazione della conduttrice Francesca Strozzi, di Tv Parma, ha poi dato il via alla prima premiazione: partono le immagini e il viso e la voce sono inconfondibili, si parla di ciclismo e di giornalismo con Alessandra De Stefano, volto della Rai e delle trasmissioni che seguono le competizioni più importanti di ciclismo. Intervista tra amici, quella tra la De Stefano e De Luca, finché non parte nuovamente una canzone francese per introdurre il terzo «collega», Philippe Brunel, firma dell’Equipe, scrittore parigino, marito di Alessandra De Stefano: dopo la «chiacchierata a tre» tra sport e vita di tutti i giorni, ecco la premiazione («Premio Stampa e Televisione»), con l’entrata in scena del presidente di giuria, Vittorio Adorni, uno che il ciclismo lo conosce bene (…campione del mondo ad Imola, nel 1968,) e del titolare dell’Ab Global, Luca Accorsi (oltre che della bellissima Jessica Fontana, nostra affezionatissima valletta da anni del premio). Nuovo video, nuovo emozioni: tocca ad una neo diciottenne dalla tempra dura, che ha saputo vincere nella vita e nello sport, Beatrice Bebe Vio. La schermitrice campionessa del mondo ha conquistato il Regio, con la sua simpatia, il suo dolcissimo sorriso e i suoi occhi profondi: e dopo un video toccante ed un’intervista emozionante, è stato il nostro presidente Nazionale dei Veterani dello Sport, Gian Paolo Bertoni, a consegnarle il «Premio Sport Paralimpici». Luci nuovamente spente e questa volta l’atmosfera si fa ancora più toccante: il nostro regista Marco Caronna si mostra (finalmente) sul palco del Regio e suona ed intona, accompagnato da alcuni musicisti e cantanti (tra i quali, l’inseparabile e bravissimo Alessandro Nidi al pianoforte), la suggestiva «Creuza de ma» dell’indimenticabile Fabrizio De Andrè e, sul maxischermo, compaiono alcuni immagini, alcune delle quali in bianco e nero, che richiamano le gesta sportiva di una delle leggende della pallanuoto, Eraldo Pizzo. Proprio Pizzo, accompagnato in teatro dalla famiglia, è salito successivamente sul palco per raccontare la sua incredibile storia d’amore con lo sport, una storia che dura da sessant’anni e che non dà segni di cedimenti: al termine dell’intervista, ecco la premiazione con il Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, pronto a consegnare il «Premio Una vita per lo Sport». Da «Una vita per lo Sport» agli «Atleti dell’Anno», prima con le ragazze del volley under 18 e poi con il ciclista Adriano Malori. Quattro delle ragazze della Nazionale, con il titolo mondiale in tasca, accompagnate dal presidente nazionale della Federazione Pallavolo, Carlo Magri, hanno portato tutta la loro giovinezza e la loro emozione…anche tramite un semplice tweet, un messaggio di centoquaranta caratteri in cui raccontavano la loro esperienza iridata: un momento allegro e spensierato, condito dalla consegna del «Premio Atleta dell’Anno» da parte del delegato del Coni provinciale, Gianni Barbieri. Dopo le azzurre, ecco l’azzurro Adriano Malori, che, per soli nove secondi (quanto passano in fretta nove secondi durante la nostra giornata, durante una chiacchierata, una telefonata o quanto impieghiamo a scrivere un messaggio?), non porta la maglia iridata di ciclismo. Un soffio, un niente. E Adriano Malori, già campione italiano di ciclismo a cronometro, dopo una bella intervista con Massimo De Luca ed una simpatica «incursione» del mitico Vittorio Adorni, che ha voluto fargli pubblicamente i complimenti sul palco del Regio, ha ritirato il «Premio Atleta dell’Anno» dalle mani del vicedirettore generale di Carisbo, che fa parte del gruppo Intesa Sanpaolo, Erico Verderi. Dal ciclismo all’alpinismo, da Adriano Malori ad Hervé Barmasse: introdotto da splendidi immagini, accompagnate da musica dal vivo («Time after time») e da una danzatrice calata dall’alto, l’alpinista, considerato l’erede di Reinhold Messner, modi gentili e sorriso vincente, ha regalato spunti interessanti durante la sua intervista, subito prima di procedere al ritiro del «Premio Ambasciatori dello Sport» da parte di Rolando Labadini, titolare dell’omonima azienda di salumi. Sorpresa. Torna sul palco il Sindaco di Parma Federico Pizzarotti, che, appunto a sorpresa, inizia a parlare di politica: tutti stupiti, perché interrompere l’evento per un discorso al di fuori dello sport?Semplice, perché deve presentare un nuovo assessore del Comune di Parma…Palmiro Cangini!! Il mitico Paolo Cevoli, attore teatrale e comico noto per le sue apparizioni a Zelig di Canale 5, infatti, ha iniziato un monologo (irresistibile!) con il suo accento romagnolo, molto gradito dal pubblico, che non sapeva della presenza dello stesso Cevoli. Si torna seri e tocca a Beppe Marotta: il direttore generale ed amministratore delegato della Juventus, trainato da un video emozionante, ha ricordato i suoi esordi fino a toccare i temi attuali, prima di ricevere il «Premio Dirigente» da parte del presidente della nostra sezione di Parma dei Veterani dello Sport, nonché presidente di Parma Partecipazioni Calcistiche Srl (società ad azionariato diffuso del Parma Calcio 1913), Corrado Cavazzini. Nuovamente immagini coinvolgenti e musica dal vivo: si rivivono le gesta della Nazionale maschile di pallavolo, quella «storica», quella della leggenda, quella capitanata da Andrea Lucky Lucchetta. Intervistato da Massimo De Luca e simpaticamente «disturbato» da Paolo Cevoli, Lucchetta ha dimostrato le sue doti, ironia ed intelligenza, prima di ricevere il «Premio Ambasciatori dello Sport» dal vicepresidente di Fondazione Monteparma, Roberto Arduini. Altro video emozionante, soprattutto per i tifosi crociati, dato che le immagini parlano di «rinascita» seppur sportivamente parlando: dopo un momento buio, la Parma calcistica ha saputo rialzarsi grazie ad un progetto brillante che ha coinvolto numerose persone e il cuore dei tifosi. Il «Premio Speciale» al progetto del Parma Calcio 1913, consegnato dal prefetto di Parma Giuseppe Forlani e ritirato dal presidente Nevio Scala e dal vicepresidente Marco Ferrari, ha acceso gli animi del pubblico del Regio, che l’ha sostenuto con calorosi applausi. Ultimo, ma solo in ordine temporale, Michele Pertusi, che ha ritirato dalle mani di Vittorio Negri, tra aneddoti simpatici e battute, il «Premio Ercole Negri», l’unico dei riconoscimenti, che, come accade da alcuni anni, è di Alfonso Borghi, deciso dal consiglio direttivo della sezione di Parma dell’Unvs, prima di chiudere, con la sua splendida voce di cantante lirico, con l’intonazione di un canto. Saluti finali, ringraziamenti e la parola «fine» è stata scritta, anche quest’anno. Un saluto alla trentanovesima edizione e un benvenuto, a tra poco, alla quarantesima edizione del premio che coinciderà con il cinquantesimo di fondazione della nostra sezione dei Veterani. Insomma, il 2016 si preannuncia come un anno ricco di impegni e, forse, potremmo già dire che ne vedremo delle belle, neanche dovessimo organizzare noi le Olimpiadi a Rio (non escludo, però, che ci chiamino a breve!). Comunque, scherzi a parte, dato che quest’anno, l’articolo è più riflessivo che in terza persona, mi permetto di ringraziare io qualcuno, chi ci ha aiutato a trasformare in realtà il nostro sogno, dato che non lo faccio mai: grazie a chi ci ha sostenuto economicamente e a chi ha dato una mano (e, a volte, pure tutto il braccio) per l’organizzazione (Voi sapete perfettamente chi siete!!), grazie a chi ha ricevuto il premio (ricordiamolo, ancora una volta, senza percepire compensi!) e a chi è venuto a vedere lo spettacolo al Regio, grazie a chi ci chiede già chi ci sarà l’anno prossimo e a chi ci ha permesso, senza troppe lamentele, di dedicare come sempre due mesi (e più…) del nostro anno ad un premio che abbiamo nel cuore. Grazie a chi è venuto da ogni parte d’Italia e grazie a chi si è emozionato, grazie a chi ha riso e grazie anche a chi ha criticato in modo costruttivo. Ma grazie soprattutto a chi ci ha fatto amare questo premio perché questo premio è fatto soprattutto con il cuore e, nel mio caso specifico, allora, non posso che dirti, ancora una volta, grazie Walter.
Lucia Bandini
FOTO GALLERY